I problemi del vapore...

Spazio dedicato a tutti i mezzi ferroviari a vapore

Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 08/11/2013, 0:02

Ti sei dato la risposta da solo. :mrgreen:
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Messaggioda freelancer » 08/11/2013, 17:39

E pensare che l'unica spiegazione in merito (quella del metodo tedesco) mi è stata data, in tedesco, mentre spostavano uno di quei mostri. :geek:
(no, non ci sono filmati: siccome avevano paura di farsi male, i due che erano con me non si erano avvicinati alla locomotiva). :mrgreen:

Quella del modo di "domare" le locomotive con valvole multiple mi è stata riferita da uno che era stato macchinista ma non vedo più da anni e mi è stato detto che è morto da due.

Il controllo della messa in moto della 640 (che le "multiple" non le ha) è quindi analogo a quella della Kriegslok?
O gli spurghi in quella "di casa nostra" sono automatici?
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 08/11/2013, 19:42

freelancer ha scritto:O gli spurghi in quella "di casa nostra" sono automatici?

Sono manuali.
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Messaggioda freelancer » 20/11/2013, 17:19

Ricordo un vecchio scritto, forse un articolo di rivista, in cui un macchinista si ritrovava la locomotiva spenta a causa dei trafilamenti d'acqua dai tiranti del forno che avevano spento il fuoco di stazionamento.
No, i tiranti non erano rotti, perchè l'Autore riferiva che, riusciti a riaccendere in modo fortunoso, il calore aveva dilatato il metallo e ridotto le perdite.
Era un guaio che capitava spesso? O forse era dovuto alla pessima manutenzione di macchine ormai prossime alla scadenza?
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 20/11/2013, 21:25

Che in caso di rottura dei tiranti ci sia uno versamento di acqua nel forno o verso l'esterno e' cosa frequente. Ma che da dei laschi fra le chiodature o nei tiranti che ci possano essere perdite tali da far spegnere il fuoco non lo avevo mai sentito. Generalmente le perdite si hanno a macchina spenta proprio a causa della dilatazione termica che si riduce, e a volte si annulla del tutto proprio accendendola.
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Messaggioda marchetti625 » 20/11/2013, 22:34

Ricordo,perfettamente quell'articolo,molto ben scritto letterariamente parlando :D...........Diciamo che sono vere più cose! L'allentamento delle teste dei tiranti del forno è strettamente correlato con i fenomeni di dilatazione del metallo . Le cause sono da ricercarsi non solo nella manutenzione(perchè le teste interne dei tiranti si ribadiscono o si possono ribadire almeno una o due volte se il metallo delle teste tiene)ma anche dalla condotta del fuoco e degli sbalzi temici repentini che una conduzione non ottimale del medesimo possono causare. Nell'articolo si dice che con l'aumento del fuoco(quindi del calore)il metallo si dilatava e chiudeva le perdite. Non è proprio così! Infatti fino ad un certo punto questo avviene e per perdite molto piccole evidenti a macchina fredda. Quando la macchina sale di pressione se le perdite sono ancora presenti,difficilmente cessano per effetto della dilatazione. Accade,invece, che l'acqua fuoriuscente non si vede perchè vaporizza all'istante per effetto del calore e del fuoco ma in controluce si vede (eccome !)"friggere " il punto dove questo fenomeno accade .

Anzi la cosa è utile per individuare con precisione la testa del tirante allentata.... Il problema è quando l'acqua bagna i cantonali del forno, perchè se questa scende rilevante(senza vaporizzare) diventa difficile mantenere la pressione in caldaia o farla salire con la consueta rapidità.... Tornando alla manutenzione,sono di capitale importanza i lavaggi interni della caldaia. Se questi non vengono fatti alle scadenze prescritte o vengono fatti malamente lasciando i fanghi aderenti all'interno delle pareti o dei tiranti della caldaia,i danni che si producono diventano grandi e ne riducono grandemente la vita operativa.....

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Messaggioda marchetti625 » 21/11/2013, 18:16

Mi sembra opportuno precisare che quanto scritto sopra è uno dei casi più comuni escludendo la rottura dei tiranti vera e propria con relativa perdita d'acqua all'interno del forno(o all'esterno,dipende dove si verifica) Anche in questo caso centra la manutenzione della caldaia e la frequenza dei lavaggi secondo il piano manutentivo prescritto Ma qui è un altro paio di maniche.....

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Messaggioda freelancer » 23/11/2013, 22:23

Forse il problema più comune: le incrostazioni.
Uno dei motivi che frenò l'uso dei forni in acciaio e nei primi tempi degli stessi tubi bollitori in metallo ferroso era la facilità con cui le incrostazioni si attaccavano sull'acciaio e non sulle leghe di rame (so, i tubi bollitori di ottone furono abbandonati non solo per il costo ma anche per le sollecitazioni determinate dal dilatarsi circa il doppio del ferro del corpo cilindrico).
Hanno dato filo da torcere per decenni. Come si è evoluta la lotta alle medesime? Prima dei disincrostanti chimici, come si faceva? E gli stessi disincrostanti come agiscono?
Contrariamente a quanto intuitivo, so che sono alcalini. Una volta si usava perfino l'idrazina, alcalina, cancerogena e quanto di peggio si possa avere (e che oggi non so se viene usata fuori dai propellenti per razzi).
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Messaggioda Giovanni Pighini » 24/11/2013, 10:06

Anche in astroautica si cerca (senza successo) di eliminarla: se vi ricordate quando ci fu l'incidente de Columbia era vietato toccare i detriti per il rischio di entrare in contatto con i combustibili ipergolici!
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Messaggioda freelancer » 24/11/2013, 21:36

Qui posso risponderti agevolmente, mi interesso anche di astronautica: i propellenti (sono "bicomponenti", combustibile e comburente) ipergolici degli shuttle erano mono-metil-idrazina (anche più tossica dell'idrazina semplice) e tetrossido di diazioto, un tempo chiamato ipoazotide, hanno maggior "impulso totale". L'idrazina però ha il pregio rispetto alle derivate (MMH e UDMH) di poter anche reagire da sola. Non so che sistema di emergenza degli F-16 la usa proprio per questo e anche lì, se cade un F-16 il costruttore ha diramato l'istruzione alle aeronautiche utenti di prestare la massima attenzione nel recupero dei rottami.

L'idrazina nelle caldaie aveva un duplice scopo: non solo alcalinizzava l'acqua riducendo i rischi di incrostazioni ma anche, essendo un energico riducente, toglieva ossigeno all'acqua stessa, evitando corrosioni per ossidazione.
Non capisco come funzioni l'alcalinizzazione in funzione anti-incrostante (nei ferri da stiro si usano degli acidi deboli): il trattamento integrale Armand usava soda, soda caustica e dei tannini (come antischiuma), il trattamento Porta pur essendo segreto si suppone che contenga qualcosa di analogo. E l'acqua nel livello si vede benissimo perchè diventa marrone...
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Messaggioda freelancer » 30/11/2013, 12:55

Giancarlo Giacobbo ha scritto:Che in caso di rottura dei tiranti ci sia uno versamento di acqua nel forno o verso l'esterno e' cosa frequente. Ma che da dei laschi fra le chiodature o nei tiranti che ci possano essere perdite tali da far spegnere il fuoco non lo avevo mai sentito. Generalmente le perdite si hanno a macchina spenta proprio a causa della dilatazione termica che si riduce, e a volte si annulla del tutto proprio accendendola.


marchetti625 ha scritto:Ricordo,perfettamente quell'articolo,molto ben scritto letterariamente parlando :D...........Diciamo che sono vere più cose! L'allentamento delle teste dei tiranti del forno è strettamente correlato con i fenomeni di dilatazione del metallo . Le cause sono da ricercarsi non solo nella manutenzione(perchè le teste interne dei tiranti si ribadiscono o si possono ribadire almeno una o due volte se il metallo delle teste tiene)ma anche dalla condotta del fuoco e degli sbalzi temici repentini che una conduzione non ottimale del medesimo possono causare. Nell'articolo si dice che con l'aumento del fuoco(quindi del calore)il metallo si dilatava e chiudeva le perdite. Non è proprio così! Infatti fino ad un certo punto questo avviene e per perdite molto piccole evidenti a macchina fredda. Quando la macchina sale di pressione se le perdite sono ancora presenti,difficilmente cessano per effetto della dilatazione. Accade,invece, che l'acqua fuoriuscente non si vede perchè vaporizza all'istante per effetto del calore e del fuoco ma in controluce si vede (eccome !)"friggere " il punto dove questo fenomeno accade .

Anzi la cosa è utile per individuare con precisione la testa del tirante allentata.... Max RTVT

Mi domando sempre come possa entrare tanta acqua da spegnere il fuoco di stazionamento. Dove lo si deve far bruciare? Io avevo letto che doveva stare circa sotto il voltino. In questo caso l'acqua non sarebbe riuscita a passare anche attraverso la griglia ed essere evidente, per esempio trafilando dal ceneratoio?

marchetti625 ha scritto:Il problema è quando l'acqua bagna i cantonali del forno, perchè se questa scende rilevante(senza vaporizzare) diventa difficile mantenere la pressione in caldaia o farla salire con la consueta rapidità.... Max RTVT

In quale caso può succedere una cosa del genere?

marchetti625 ha scritto:Tornando alla manutenzione,sono di capitale importanza i lavaggi interni della caldaia. Se questi non vengono fatti alle scadenze prescritte o vengono fatti malamente lasciando i fanghi aderenti all'interno delle pareti o dei tiranti della caldaia,i danni che si producono diventano grandi e ne riducono grandemente la vita operativa.....Max RTVT

Beh, in questi casi forse si eviterebbero conseguenze catastrofiche ma una messa fuori servizio non sarebbe strana.
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 30/11/2013, 17:40

freelancer ha scritto:
marchetti625 ha scritto:Tornando alla manutenzione,sono di capitale importanza i lavaggi interni della caldaia. Se questi non vengono fatti alle scadenze prescritte o vengono fatti malamente lasciando i fanghi aderenti all'interno delle pareti o dei tiranti della caldaia,i danni che si producono diventano grandi e ne riducono grandemente la vita operativa.....Max RTVT

Beh, in questi casi forse si eviterebbero conseguenze catastrofiche ma una messa fuori servizio non sarebbe strana.

Nel caso di mancato lavaggio, lungo le pareti del forno rimangono resti calcarei che possono facilmente portare a colpi di fuoco sulle lamiere con conseguenti deformazioni delle stesse. Esempi se ne sono avuti.
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Messaggioda freelancer » 09/01/2014, 19:56

Si parlava tempo fa della 685.196 con un tubo bollitore (piccolo immagino) rotto. Problema causato dalle incrostazioni che hanno portato all'arroventamento del tubo o una rottura dovuta a corrosione? Si rimedia cacciando nel tubo un tappo di ferro per parte, giusto?
Un altro problema "da scarsa manutenzione" è quella che ho sentito definire "cementazione dei tubi", ossia la loro otturazione interna per fuliggine e altre schifezze poi compattatesi. L'inconveniente è frequente? Ho visto anch'io dei tubi "cementati", l'effetto è tale che parrebbe che qualcuno ci abbia proprio buttato dentro del cemento.
A parte uno scadimento delle prestazioni della caldaia, che altri danni può provocare?
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 10/01/2014, 17:32

Se a rompersi e' un tubo bollitore piccolo, così come hai detto ci si mettono i tappi alle estremità. Se invece a rompersi è un di quelli grandi che contiene il surriscaldatore, si spegne la macchina e si chiama la riserva.
Per quanto riguarda la cementazione dei tubi, ai tempi del servizio regolare era raro che avvenisse perché durante i turni di riposo della macchina questi venivano puliti a fondo. Inoltre un bravo macchinista che aveva cura della macchina, se aveva delle soste prolungate, oltre a pulire la camera a fumo, con la lancia dava una stappata ai tubi.
La cementazione oltre a ridurre l'efficenza della caldaia può portare alla rottura dei tubi stessi a causa della differente dilatazione termica che si verifica nelle fasi di accensione o raffreddamento
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Messaggioda freelancer » 10/01/2014, 20:58

I guai della condotta del fuoco sono un altro capitolo interessante...
Come si rimediava ai carboni scadenti (avendoli ovviamente in casa pur ricordandosi, ovviamente, di non ordinarne più)?
Avevo letto e sentito di tutto, perfino che in certi depositi tenevano pietre di massicciata di scarto per fare un "controletto" di pietre per impedire che le scorie fusibili intasassero la griglia. Ove lo scherzo delle pietre (se mai sia stato ammesso, non importa che lo facessero) non fosse possibile so che si usava la "lancia da fuoco", per spaccare le scorie fra le fenditure della griglia.
Ma cosa denunciava il pericolo delle scorie fuse? Cambiamenti della luminosità del fuoco? punti privi di combustione?
Soprattutto, in linea di massima, esisteva una qualche regola non scritta su come comportarsi coi vari tipi di carbone?
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