Apparati Centrali Meccanici

Spazio dedicato agli impianti IS (scambi, segnali, apparati, sistemi di blocco e di telecomando)

Messaggioda maxvit » 22/05/2012, 14:19

e riparlando di impianti FCU proprio oggi un tecnico IE di Umbertide mi ha detto che gli impianti da Umbertide a S Sepolcro erano dei Servettaz con segnalamento ad ala, mentre da Pierantonio a Terni erano Max Judel con disco girevole.....per via del fatto che le due tratte erano distinte e nate in tempi diversi....degli impianti Servettaz oggi esistono solo quelli di S Sepolcro e Città di Castello ancora appesi al muro e il banco di Umbertide che giace in pace all'aperto nella zona rottami. Degli impianti max Judel restano invece i banchi di Perugia S Anna, Todi e altri 3 banchi più piccoli a sole 2 leve da deviatoio e manovelle per i dischi girevoli, alcuni sono stati restaurati, quello di Ponte felcino è ancora al suo posto a memoria..... I segnali ad ala a candeliere di Ubertide per fortuna sono stati conservati in attesa di collocazione, mentre del restante segnalamento tra Umbertide e S Sepolcro non resta nulla...
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Messaggioda freelancer » 31/07/2013, 13:23

Ripesco per una domanda che mi è venuta solo adesso: i fili di azionamento, che potevano anche raggiungere i 2 km, come venivano sospesi se dovevano correre in una galleria, per esempio per azionare un segnale oltre la medesima?
Si collocavano in cunicolo o si sospendevano le pulegge alla parete della galleria?
Ultima modifica di freelancer il 31/07/2013, 19:46, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 31/07/2013, 14:51

In galleria ricordo di aver veduto le mensole attaccate alla parete. Inoltre, all'imbocco, spesse volte c'era un dispositivo di compensazione per le differenti variazioni della dilatazione termica del filo fra l'esterno e l'interno della galleria.
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Messaggioda freelancer » 31/07/2013, 19:50

I compensatori erano quegli aggeggi col contrappeso?
Io avevo trovato che in ambito FS ce n'erano due tipi, il Rizzi e il Dujour. Ne sono stati usati anche altri tipi, es. in ambito "concesse"?
Li ho visti però solo disegnati: qualcuno ha qualche foto?

PS. Ho corretto il mio post precedente perchè avevo provato a mandarlo via smartphone... penso non lo farò più!
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Messaggioda freelancer » 04/08/2013, 21:41

Ho visto dalle foto apparse qui e nel resto della Rete, ne ho poche su carta, che in qualche caso sulle pulegge delle leve passava una catena, qualche volta direttamente il filo. C'era una regola per quando usare l'una e quando l'altro?
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 04/08/2013, 22:54

Nei punti in cui la trasmissione a filo subiva un tracciato ad angolo, se questo era notevole, per evitare il crearsi di punti di sforzo, in quel tratto il filo veniva sostituito da una catena.
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Messaggioda freelancer » 06/08/2013, 22:01

Ricordo di aver visto anni fa da un amico (è morto da 4 anni) una specie di istruzione o simili di addetti alla TE in cui si specificava che la catena dei punti di regolazione automatica aveva 58 maglie per metro. Non una di più, non una di meno. Se ricordo bene era definita "calibrata".
Sai se per caso era normata allo stesso modo la catena degli apparati centrali meccanici?
Mi sa che molto probabilmente abbiano utilizzato per le tiranterie della regolazione dei fili di contatto la stessa catena in dotazione agli ACM.
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 06/08/2013, 23:05

Si, la catena posta sui rinvii ad angolo aveva 58 maglie/metro, ma non so se la stessa veniva utilizzata altrove. Ma è possibile.
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Messaggioda freelancer » 16/08/2013, 19:24

Ho dato una guardata al sistema a doppio filo "Servettaz-Basevi"* in uso presso FCL e lì ho capito abbastanza bene come funzionasse la cassa di manovra, il meccanismo di scatto degli aghi era morsettato sul filo. Sul Südbahn e simili, non si capisce bene dal disegno come funzionasse, ma mi pare di aver capito che il filo facesse girare una puleggia di forma speciale che a sua volta spostava il telaio degli aghi (ed il fermascambio insieme?). Ho capito giusto?


*ho scoperto che negli ultimi anni la Servettaz-Basevi era passata a produrre... articoli sanitari (intesi come "cessi").
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Messaggioda freelancer » 02/03/2014, 23:09

Una domanda che mi si è presentata leggendo un piccolo capitolo dedicato alla protezione dalle corrosioni: i fili degli apparati centrali meccanici, da quanto ho compreso, erano zincati. Era normata anche questa protezione?
Perchè, ho scoperto, la sola veramente valida è la c.d. "sherardizzazione", trattamento a caldo che, visto in sezione crea in successione uno strato di una vera lega ferro-zinco, poi un composto di zinco e ferro e poi deposita lo zinco protettivo vero e proprio.
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Messaggioda freelancer » 12/03/2014, 12:22

Un ACM poteva essere combinato con un quadro luminoso? Aggiunto "a posteriori", s'intende.
O gli operatori dovevano fidarsi di come erano disposte le leve per capire che itinerario avessero composto?
Mi era parso (ma non ho capito se era in Italia o all'estero) di aver visto in fotografia un ACI con QL posto sopra, ma un ACM mai, tranne esempi esteri.
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Messaggioda fas » 15/03/2014, 11:13

freelancer ha scritto:Un ACM poteva essere combinato con un quadro luminoso?

Certo, all'estero ce ne sono parecchi così.
Qualcosa di simile esiste anche in Italia, vedi la foto di Pietro degli apparati Montini FDS (manovra elettrica dei segnali e meccanica dei deviatoi) a pagina 2.

O gli operatori dovevano fidarsi di come erano disposte le leve per capire che itinerario avessero composto?

In che senso "fidarsi"?
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Messaggioda freelancer » 15/03/2014, 16:59

Perchè fidarsi? Si è sicuri di aver costruito l'itinerario giusto? A vedere "questa su, questa giù, questa giù, questa giù, questa su, questa su, questa giù" senza vedere cosa sia successo davvero... Si sa, io sono diffidente per natura, vedo pericoli anche dove non ci sono.
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Messaggioda Macaco » 15/03/2014, 17:36

Di solito è la logica costruttiva dell'apparato che "vede" ed occorre fidarsi dell'apparato perchè se l'itinerario non è quello "voluto" il segnale non si dispone a via libera. Il problema sorge se i movimenti dei treni si fanno con segnali a via impedita. Mi è capitato, in un grosso impianto ACEI, di operare con Quadro Luminoso spento e segnali guasti. Quindi, per ogni itenerario si andava a consultare la tabella delle condizioni e in base a quella "si costruiva la strada" manovrando singolarmente ogni ente. La realtà ferroviaria era (ed è ancora) ben più complessa di quanto un appassionato possa immaginare. Che dire poi dei tanti ACE, di piccoli, medi ed anche grossi impianti, privi di segnalamento di manovra, quando l'esattezza dell'istradamento fatto dipendeva solo dalla posizione delle leve dei deviatoi. Paolo, certamente, si chiederà come si faceva. Tanta professionalità, attenzione ed esperienza.
Gaetano.
Scusatemi. Io appartengo al passato delle FS. Non sono ingegnere e sono contrario al cazzeggio...ferroviario.
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Messaggioda freelancer » 16/03/2014, 15:23

Macaco ha scritto:Paolo, certamente, si chiederà come si faceva. Tanta professionalità, attenzione ed esperienza.

Mi chiedo piuttosto: quella tanta professionalità, attenzione ed esperienza... gira ancora? No, non è una domanda troppo polemica. Solo un pochino...
Paolo
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