Sangritana

Spazio dedicato alle ferrovie regionali (ex concesse) e agli operatori privati operanti su rete RFI

Messaggioda ioannesg » 16/03/2012, 21:22

Se si vuole tutto diventa possibile (specie poi se ci sono i soldi)
Giovanni
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Messaggioda fas » 16/03/2012, 21:51

Non mi risulta che siano ripresi i lavori lungo la tratta storica, se non qualche intervento per le opere più urgenti (es. muri di sostegno franati, piccola manutenzione degli edifici, taglio erba). Se qualcuno può smentirmi, ne sarei felice.
D'altronde sul sito della Sangritana è ancora presente il bando di gara per il rinnovo dell'armamento e delle opere civili lungo la linea ed ancora è stato aggiudicato (i termini per la presentazione delle offerte sono scaduti a febbraio '10).

A Castel di Sangro dovrebbero ancora essere in attesa di alcuni espropri prima di poter iniziare lo scavo del tunnel.
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Messaggioda ioannesg » 16/03/2012, 21:56

Io sto tunnel sinceramente non capisco a cosa serva...
Probabilmente mi hanno passato gli interventi urgenti che dicevi come lavori di ripristino linea... bah... mai fidarsi delle voci di popolo :p
Giovanni
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Messaggioda Giovanni Fvm » 16/03/2012, 21:58

A proposito di espropri, come è la situazione? la sede è libera, la proprietà è rimasta? il tracciato è integro? sempre che serva tutto viste le considerazioni appena fatte sulle curve.
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Messaggioda fas » 16/03/2012, 22:19

Si, dovrebbe essere ancora tutto al proprio posto.
Mancano i binari tra Villa S. Maria e Quadri e negli ultimi 4 km verso Castel di Sangro, rimossi per lavori, ed è stata asportata tutta la linea aerea per evitare nuovi furti di rame.
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Messaggioda tramvia biella-oropa » 17/03/2012, 14:14

Prevenire è meglio che curare...
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Messaggioda ALn668.1207 » 17/03/2012, 20:58

Sangritana, dissesti nella zona del lago di Bomba, gennaio 1990.

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Sono foto di 22 anni fa, immagino che oggi ci sia ben poco di quello che qui si vede.
Chi ci lavorò racconta che quei posti ingoiavano cemento senza il minimo accenno di risposta, vale a dire che il terreno cammina e si sposta, frana tutto.
Non credo che riattivare la linea sarà cosa semplice, se vent'anni fa già dicevano che era impossibile tenerla ferma.
La speranza è sempre l'ultima a morire, vedremo.
Paolo
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Messaggioda Giovanni Fvm » 19/03/2012, 13:02

Ci possono essere circostanze in cui diviene complicato superare determinati movimenti franosi. Ma secondo me dipende tutto da due cose: quanti soldi ci si vuole buttare e quanto si è disposti ad intervenire ogni volta che si dovrà risistemare tutto. Niente è impossibile, solo che ciò che sembra impossibile costa.
Voglio farvi notare che la linea adriatica passa ad Ancona in una zona franosa ai massimi livelli. Nel 1982 la frana che si innescò fece 3600 sfollati e praticamente costrinse a demolire (per non più ricostruire) un intero quartiere. L'unica cosa rimasta in quella zona è la statale e la ferrovia
http://www.anconanostra.com/vernaculo/m ... eruvia.htm
E' impossibile fermarla visto che è di dimensioni e profondità incredibili, ma ci si può convivere.
Questo per dire che se vogliono riaprire la linea lo fanno anche con la frana.
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Messaggioda ioannesg » 19/03/2012, 13:22

per i minuetti il problema sarebbe minimo, per le 776 invece insormontabile...
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 19/03/2012, 14:57

Giovanni Fvm ha scritto:.......E' impossibile fermarla visto che è di dimensioni e profondità incredibili, ma ci si può convivere.
Questo per dire che se vogliono riaprire la linea lo fanno anche con la frana.

Dipende dall'interesse e dal ritorno economico che ha la linea. Sulla Paola-Cosenza c'era il famoso viadotto San Giovanni che era fin dal primo giorno in movimento perché costruito su terreno franoso. La linea era di interesse politico-economico, pertanto si arrangiarono come meglio potevano per mantenere la linea in esercizio fino all'apertura della variante in galleria. Così come avvenne sull'autostrada A3 a Lagonegro Nord. Lì a franare era una intera montagna sulla quale era stata costruita la strada. Alla fine ci sono riusciti a fermare il tutto, ma quanto ci è costato. :o
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Messaggioda fas » 19/03/2012, 17:34

ioannesg ha scritto:per i minuetti il problema sarebbe minimo, per le 776 invece insormontabile...

:?:
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Messaggioda ioannesg » 19/03/2012, 18:27

era la risposta ad un post di gabriele che è scomparso...
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Messaggioda fas » 24/03/2012, 21:10

Leggendo i regolamenti del 1912 che ho postato nell'altra discussione, si fa sempre più concreta l'ipotesi che sulla Sangritana, prima dell'elettrificazione, circolassero anche delle automotrici a vapore.

La cosa sembrerebbe anche essere confermata da quello che si vede a pag. 9 di questo file http://www.associazionemicene.it/Eventi ... 2006/7.pdf

Qualcuno di voi (Giancarlo? Massimiliano?) è in grado di confermare questa cosa e darmi ulteriori dettagli su questi mezzi?
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Messaggioda Giancarlo Giacobbo » 24/03/2012, 22:40

Che quello possa essere il disegno di massima di una automotrice a vapore è possibile. Mi lascia perplesso notare la mancanza dei cilindri motori sui carrelli e nella parte inferiore la presenza di un gruppo centrale con due alberi di trasmissione che vanno ai carrelli. Nella cabina anteriore è abbozzato un qualcosa che potrebbe essere una caldaia per la produzione di vapore, così come potrebbe essere un motore a combustione interna. Vista l'epoca, quel genere di motori erano abbastanza massicci. Di contro potrebbe esserci un gruppo motore a vapore centrale che trasmette il moto agli assi mediante alberi di trasmissione. Visto lo scartamento ridotto, poteva essere qualcosa simile di come fu fatto per le locomotive sistema Shay.
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Messaggioda freelancer » 24/03/2012, 23:10

Giancarlo Giacobbo ha scritto:Visto lo scartamento ridotto, poteva essere qualcosa simile di come fu fatto per le locomotive sistema Shay.

Io ho visto che l'albero di trasmissione finiva in un blocco ben distinto dalla caldaia e posto sotto il mezzo, può essere proprio così. C'erano anche diversi metodi di trasmissione (Shay, Heisler, Climax...), alcuni con l'albero centrale.
Non si sa se per caso quell'automotrice possa essere di progetto americano? A quei tempi era difficile che la tecnologia americana fosse "ascoltata" da questa parte dell'Atlantico.
Paolo
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