Questo segnale rimarrà scolpito nei miei ricordi per sempre.
Quand'ero matricola e mi recavo quotidianamente a Trento [ottobre 1983] per seguire le lezioni all'Università, partivo con un locale da Verona P.N. alle 06:00 (centoporte, corbellini e tipo 1959, vero... in quei mesi però iniziavano a fare capolino le prime MDVC con fascione viola ed arancione, con tanto di bagagliai tipo 1930 con ex-cassa in legno ricostruita nella medesima livrea). Ricordo che costringevo la buonanima di mio padre ad alzarsi alle 5 per accompagnarmi in stazione per tutto il mese in cui non avevo l'appartamento dell'opera universitaria. Però assieme alla sofferenza della sveglia meccanica che esplodeva quotidianamente alle 5 sul comodino, ricordo anche il compiacimento di crogiolarsi per qualche minuto al delizioso calduccio delle scaldiglie delle carrozze ferme al binario 9 immerso nel silenzio di un treno completamente deserto ma caldo. Cosa volere di più dalla vita? Poi alle 6 precise partenza, ed alle 6:02':30" testa che barcolla seguita da crollo psicofisico sullo sky dei sedili nella tenebra di un paesaggio che trasudava sonno, stanchezza e sfinimento. Doppiata la fermata di Domegliara, si entrava nel buio più totale e silente della Chiusa di Ceraino: che il diavolo mi porti se all'epoca ci fosse stata una seppur minima sorgente di luce fioca in tutta la forra (nemmeno un lumino da morto...) se non il vigile ed austero occhio giallo di questo segnale che con i suoi 20 Watt squarciava il nero più totale del buio della montagna dando fin quasi fastidio agli occhi anche ad un km di distanza.
Oggi vien da sorriderci sopra, ma all'epoca faceva quasi paura vedere quel punto giallo nel nero bituminoso e denso del buio di Ceraino. E si riusciva a scorgerlo per un tratto molto lungo, perchè lì la linea era in curva a mezza costa, e si poteva perfettamente captare anche l'istante in cui iniziava a lampeggiare, segno evidente che il guardablocco aveva aperto la protezione consentendo l'ingresso del treno al binario 3.
Addio, cara e vecchia vela ovale: ti voglio ricordare così, sprezzante e noncurante del buio che ti avvolgeva ogni notte e delle vigorose sferzate di vento alle quali resistevi giorno dopo giorno e notte dopo notte in quel selvaggio tratto di linea ferroviaria che attirava l'attenzione di tutti i viaggiatori che passavano di lì per la prima volta e si incollavano ai finestrini affascinati dal brusco cambiamento del paesaggio... Il dispiacere di non essere stato capace di salvarti quindici anni fa è stato solo recentemente riscattato dal recupero di Oleggio del novembre scorso: finalmente quel segnale, abbagliandomi le retine con le sue ottiche tirate a specchio nel mio garage ogni volta che lo accendo, fonde dunque l'emozione dell'unicità dell'aspetto piemontese a verde basso con gli imperituri ricordi del fratello veneto da tempo estinto, oggi forse incorporato all'interno di una lamiera di chissà quale strano oggetto, dopo la metamorfosi in fonderia...
Addio, caro il mio vecchio, eroico avviso di Ceraino!!!!
Nota: Il tratto di linea Domegliara - Ceraino (4 km circa) sulla direttrice del Brennero è stato sostituito da una lunga galleria aperta alla fine del 1998. La chiusura ha comportato la soppressione della stazione ma soprattutto di uno dei tratti più coreografici della rete FS: la sinuosa gola rocciosa di Ceraino, spettacolare quanto instabile, tanto da richiedere un guardamassi ogni giorno che controllasse di persona che non vi fossero anomalie di sorta.